Ostia – Spiagge libere: L’accesso negato ai diversamente abili e i nuovi bandi
Ostia, 18 Febbraio 2025 – Oggi abbiamo effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni di accesso alle spiagge libere per le persone diversamente abili, e quello che abbiamo trovato è a dir poco scandaloso. L’accesso alla battigia per chi ha disabilità motorie non esiste più. Le passerelle, installate anni fa dal governo 5 Stelle per garantire l’accesso al mare, sono ormai completamente sommerse dalla sabbia, che in alcuni punti arriva addirittura a un metro di altezza.
Il lungomare di Ostia, illuminato dal sole primaverile, è affollato da cittadini romani che cercano di godersi una giornata di mare. Ma ciò che vedono lungo la costa di ponente è un vero e proprio disastro. La sabbia non solo ha ricoperto le passerelle, ma ha invaso anche la pista ciclabile e il marciapiede. E non si tratta di sabbia comune, ma di sabbia classificata come rifiuto speciale. Una situazione che dovrebbe far scattare un intervento urgente da parte delle autorità competenti, ma che invece viene ignorata da mesi, come se nessuno se ne accorgesse.
Chi è responsabile?
A chi spetta garantire che tutti i cittadini abbiano uguali diritti? Chi dovrebbe assicurarsi che le persone in carrozzina possano accedere alle spiagge come chi cammina? Eppure, nonostante le continue segnalazioni, la situazione non cambia.
La Spiaggia Sabbia
Partiamo dalla spiaggia Sabbia, situata sul lungomare di Ostia ponente. Qui la sabbia è accumulata in modo tale che è praticamente impossibile accedervi anche per chi ha la possibilità di camminare. L’ingresso alla spiaggia ti accoglie da una montagna di rifiuti, che giacciono lì da mesi, un chiaro segno di incuria e disinteresse. Le strutture in cemento sulla spiaggia sono diventate rifugi di senzatetto, e ciò che si trova all’ingresso è un deposito di spazzatura di ogni tipo. Tra i rifiuti, spuntano anche resti di barbecue e focolai, che sono illegali sulle spiagge. Nonostante le numerose segnalazioni, nulla è stato fatto per rimuoverli. Anche le passerelle sono coperte dalla sabbia, e l’accesso per le persone diversamente abili è completamente negato.
La Spiaggia Limone
Proseguendo, si arriva alla spiaggia Limone, dove la situazione non cambia. All’ingresso, invece delle palme e delle piante promesse, c’è una distesa di sabbia che avrebbe dovuto essere rimossa da tempo, in quanto rifiuto speciale. L’amministrazione non si è preoccupata di intervenire nei mesi scorsi, e oggi l’intero marciapiede è impraticabile per le persone in carrozzina, ma anche per le mamme con passeggini, costrette a fermarsi o a trascinare i loro bambini sulla sabbia. Anche qui, l’accesso al mare è bloccato dalla sabbia contaminata, impedendo di fatto alle persone diversamente abili di raggiungere la battigia.
La Spiaggia Senape e Ocra
La spiaggia Senape è identica alla precedente. Anche qui, il varco d’ingresso è completamente ostruito dalla sabbia, che sembra essere invisibile agli occhi delle autorità. Accesso negato! Proseguendo, si arriva alla spiaggia Ocra, dove la situazione è altrettanto grave. La sabbia ha invaso ogni spazio, impedendo l’accesso non solo alle persone con disabilità, ma anche ai cittadini in grado di camminare. L’intera area sembra essere stata abbandonata, come se non fosse più una priorità.
La Spiaggia Cotto
Alla spiaggia Cotto, le passerelle sono ancora visibili, ma il loro accesso è comunque impossibile a causa della sabbia che le ricopre. La spazzatura, sparsa ovunque, contribuisce a dare un’immagine di degrado e abbandono. Ancora una volta, l’accesso è negato, e la reputazione delle spiagge libere di Ostia è irrimediabilmente danneggiata.
La Spiaggia Rossa
Proseguendo verso la spiaggia Rossa, vicino al porto, la passerella in legno bianca è visibile solo per i primi tre metri, dopodiché viene completamente sommersa dalla sabbia e dai rifiuti. Guardando dal marciapiede la situazione si nasconde, ma una volta sulla passerella, si notano sacchi di spazzatura e cartacce accumulati lungo il percorso. Ancora una volta, l’accesso è negato, e per le persone in carrozzina non c’è nulla da fare se non rassegnarsi.
La Spiaggia Verde
Infine, alla spiaggia Verde, la distesa di sabbia sul marciapiede rende impossibile il passaggio per le persone con disabilità, ma anche per gli anziani e le mamme con i passeggini. Il rischio di essere investiti sulla ciclabile da ciclisti è alto, e quindi l’unica opzione per chi è costretto a percorrere quella strada è sedersi e aspettare che l’amministrazione intervenga. Ma nel frattempo, il tempo passa e nulla cambia.
La gestione delle spiagge libere
La gestione delle spiagge libere di Ostia è una vergogna. Le passerelle, i varchi e i marciapiedi sono ricoperti dalla sabbia, impedendo l’accesso a tutti, ma in particolar modo alle persone diversamente abili. L’incuria e la disorganizzazione sono evidenti, e nessuna delle autorità competenti, né il X Municipio né il Comune di Roma, sembra preoccuparsi della situazione. Le spiagge, una volta simbolo di accessibilità e inclusività, sono ormai diventate luoghi di degrado, dove l’accesso è negato a chiunque non sia in grado di camminare sulla sabbia.
I nuovi bandi delle spiagge libere: 25 metri quadri di chiosco che poi deve essere smontato. È conveniente per gli imprenditori?
La gestione delle spiagge libere italiane sta subendo una trasformazione radicale con i nuovi bandi che impongono regole più rigide per gli imprenditori. Ma l’interrogativo che sorge spontaneo è: aprire un chiosco su una spiaggia libera è davvero conveniente? Con le nuove disposizioni, che includono l’obbligo di smontare la struttura alla fine della stagione, il progetto sembra essere una scommessa piuttosto rischiosa per chi intende avviare un’attività in questo settore.
Le spese e le difficoltà nella gestione del chiosco
Il primo aspetto da considerare è l’installazione di impianti necessari per la gestione del chiosco. La normativa richiede che ogni struttura sia dotata di impianto fognario ed elettrico. Ma collegare questi impianti non è così semplice. Per attivare il sistema fognario è necessario avere una fornitura d’acqua, un’altra connessione che comporta costi aggiuntivi non solo per la fornitura ma anche per l’installazione e la manutenzione.
Quanto tempo e quanto denaro per gli impianti?
I tempi di installazione per un sistema del genere sono difficili da stimare, ma è possibile che il processo richieda settimane se non mesi, visto che non tutte le strutture sono già collegate alle reti di fognatura e acqua. E quanto costano questi impianti? Per un chiosco su spiaggia, l’impianto elettrico, l’allaccio all’acqua e la fognatura potrebbero comportare una spesa iniziale tra i 10.000 e i 20.000 euro, a seconda delle condizioni della zona.
Gli ex Social, Faber Beach e Cajanne: oltre i 100 metri quadrati
Altra domanda fondamentale riguarda la dimensione delle strutture. I nuovi bandi indicano che per un chiosco sono richiesti almeno 100 metri quadrati, suddivisi tra la zona del chiosco vero e proprio, un’area per il deposito degli ombrelloni e lettini e ovviamente, i servizi igienici. Se pensiamo a strutture come l’ex Social, l’ex Faber e l’ex Cajanne, la dimensione supera facilmente i 100 metri quadrati.
In termini economici, ogni metro quadrato aggiuntivo aumenta i costi di costruzione e manutenzione. La realizzazione di un’area di 100 metri quadrati con l’adeguata copertura in legno e le attrezzature necessarie potrebbe comportare un investimento iniziale che si aggira intorno ai 30.000-40.000 euro.
Bagnini, custodi e personale: i costi fissi
Per garantire la sicurezza in spiaggia, i nuovi bandi prevedono l’obbligo di avere almeno due bagnini per ogni chiosco su una spiaggia di 100 metri, con un salario che va dai 1.500 ai 2.000 euro al mese per ciascuno. Inoltre, questi bagnini sono tenuti a lavorare circa 60 ore settimanali, con una spesa di circa 30.000 euro per i bagnini e altre 2.000 euro per eventuali sostituzioni.
Un’altra figura obbligatoria è quella del custode, che deve essere presente dalle 19:00 alle 7:00 del mattino, con un costo di 1.400 euro al mese più contributi IMPS per un totale di circa 2.100 euro al mese. Per cinque mesi di attività, questa cifra si aggira intorno ai 10.000 euro.
Spese aggiuntive: pulizie e consumo di energia
Oltre ai costi fissi per il personale, ci sono anche quelli per la manutenzione e la pulizia delle aree circostanti il chiosco. Per garantire che la spiaggia sia sempre pulita e accogliente, sono necessarie almeno tre persone dedicate alle pulizie esterne. Il loro stipendio mensile complessivo potrebbe essere intorno ai 6.000-7.000 euro, portando il costo totale del personale mensile a circa 25.000 euro.
Non dimentichiamoci delle spese per l’energia elettrica e l’acqua. Le bollette elettriche potrebbero arrivare a costare circa 1.500 euro al mese, mentre per l’acqua (necessaria per i servizi igienici, il ristoro e altre esigenze) i costi potrebbero ammontare a circa 4.000 euro per la stagione.
La gestione della Tari e altri oneri
A questi si aggiungono anche i costi per la Tari (tassa sui rifiuti), che, a seconda delle dimensioni e della localizzazione della struttura, può arrivare a un costo complessivo di 2.000-4.000 euro per la stagione. Inoltre, bisogna tenere in considerazione i costi per il rinnovo e la manutenzione delle attrezzature in legno, i bagni a norma (circa 10 metri quadrati) e il deposito per lettini e ombrelloni (12 metri quadrati), che sono anch’essi obbligatori.
La stagionalità: è davvero conveniente?
La stagione balneare a Ostia inizia il 1° maggio e termina il 30 settembre, coprendo 151 giorni di attività. Con un costo complessivo di circa 100.000-120.000 euro per il personale, gli impianti e altre spese, la domanda che sorge è: vale davvero la pena aprire un chiosco su una spiaggia libera?
Molti imprenditori potrebbero trovarsi a dover affrontare margini di profitto molto ridotti, visto che oltre ai costi fissi e agli investimenti iniziali, la gestione di un chiosco richiede una notevole attenzione alle leggi e alle normative locali, che possono variare di anno in anno.
A chi conviene davvero?
Alla luce di tutte queste spese, la domanda fondamentale rimane: A chi conviene aprire un chiosco su una spiaggia libera? Le nuove normative rendono l’impresa complessa e onerosa, soprattutto per chi non è già ben radicato nel settore. È chiaro che solo gli imprenditori con esperienza e capitali consistenti potrebbero sopportare l’onere finanziario e operare con margini di guadagno sufficienti. Per gli altri, potrebbe trattarsi di un rischio troppo grande in rapporto ai benefici.
In definitiva, la gestione di un chiosco sulle spiagge libere di Ostia potrebbe rivelarsi più un’impresa da grandi investitori e meno una opportunità per chi cerca un’attività a conduzione familiare o di piccole dimensioni.
Considerando tutto
Le spiagge libere di Ostia potranno realmente cambiare come vogliono farci credere o rimarranno un simbolo di inadempienza e disinteresse?
Mauro Delicato
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